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Dante fu esiliato dalla città di Firenze nel 1301. L’esilio fu una condanna pronunciata dall’assemblea cittadina che lo accusava di aver preso parte a un complotto contro il governo. La pena dell’esilio era solitamente pronunciata per coloro che erano ritenuti pericolosi per la sicurezza dello Stato. In Dante’s Inferno, il poeta descrive l’esilio come un inferno in terra.